Il progetto coreografico di Anne Teresa De Keersmaeker, Fase, è costruito secondo una dinamica frattale che permette il passaggio graduale dalla geometrica semplicità alla caotica complessità.
Nella ossessiva e ripetitiva circolarità si insinuano con regolarità movimenti imprevisti. La ipnotizzante cadenza ritmica dei movimenti e della musica di Steve Reich rende i passaggi aggiuntivi quasi impercettibili. L’evoluzione progressiva del movimento sfugge così al controllo dell’osservatore.
La danza di De Kersmaeker è mimesi del processo vitale, processo che fonda la sua origine in ciò che non ha vita e si compone di parti inanimate. Nel passaggio dall’inorganico all’organico, dal minerario al biologico è però impossibile afferrare l’esatto momento del salto qualitativo.
L’artista belga risolve così esteticamente il più controverso dei problemi metafisici: l’origine della vita.
Il principio vitale si autoproduce nell’intensificarsi progressivo della complessità del movimento. Esso emerge dalla dinamica immanente alla materia.

Fase è quindi un’opera fortemente antimetafisica. Ogni traccia di trascendenza viene liquidata e dissolta nell’incalzante e vorticoso turbinio dei movimenti di Anne Teresa De Keersmaeker.